ANALISI LOGICA DEL TATUAGGIO …

Fa caldo, fa molto caldo.

E la gente si scopre, per forza. In metropolitana, sull’autobus ma anche per le strade la popolazione, specie quella giovanissima, mette all’aria molte zone del corpo. Chi non ha la possibilità di rinfrescarsi in spiaggia o in montagna, chi resta nella città avvolta dal cemento rovente, non può fare a meno di mettere addosso meno indumenti possibile.

Eppure, al di sotto del vestito, non è la pelle a venire all’aria, ma i tatuaggi: coprono la pelle, formano la pelle, diventano la pelle che risalta con raffigurazioni dal tratto più o meno attento, preciso, definito. Con le mie amiche e socie abbiamo trascorso un bel pomeriggio, lietamente accomodate sui sedili della metro di Napoli a ragionare sulla nuova moda: i tatuaggi fatti di lunghe file di parole distribuite sul corpo dei giovanissimi. Le avete notate?

Sulla pancia, lungo le cosce, dietro la schiena si intravedono, sotto i brevi indumenti, parole in serie, stampate con stile grafico regolare. In realtà, ricorda Stefania, in Occidente i primi ad avere tatuate parole sul braccio furono i marinai e i carcerati che all’altezza del tricipite portavano segnate singole parole, di solito il nome di persone amate, oppure dei numeri come simbolo di date significative. Sappiamo che il tatuaggio ha a che vedere con una pratica antichissima, sappiamo che tatuarsi è ormai una pratica ritornata in voga da circa un ventennio, sappiamo che i tatuaggi hanno molto a che fare con la memoria. In particolare il tatuaggio ha un rapporto indelebile con il tempo; l’immagine o la figura tatuata dovrebbe durare tanto quanto durerà a vita della pelle su cui è impresso. Un tatuaggio è per sempre.

Quindi viene da dire che la pelle è la memoria esterna del corpo su cui gli eventi biografici più significativi, i simboli che meglio esprimono importanti pensieri e – dice Daniela – soprattutto importanti sentimenti e esperienze emotive, vengono inscritti sulla pelle. Il tatuaggio è il sentire e pensare che diventa pubblico, è l’interiore che diventa esteriore. Il tatuaggio è il privato che diventa pubblico. E’ un abito, è un vestito che, come ha specificato Stefania, indica il presente, è attento all’attimo e si dimentica che ci sarà un futuro in cui, probabilmente, ciò che è rappresentato sulla pelle non avrà più lo stesso valore.

Mi innamoro di Nino, scrivo il suo nome sul braccio, poi Nino mi lascia, ma il suo nome non può più cancellarsi. O meglio, lo si potrebbe fare ricorrendo a vari espedienti di chirurgia estetica ma, se così fosse per tutti, se cancellare diventasse un pratica diffusa, allora il senso del tatuaggio non varrebbe più.

Se io iscrivessi sulla pelle gli eventi o pensieri significativi nella mia vita, nel giro di dieci anni, non ci sarebbe più spazio. Ce ne sarà ancora meno per coloro che ormai, sulla scia di vip nazionali e internazionali, scrive sulla pelle lunghe frasi. Anzi dei veri e propri discorsi. Si tratta di poesie, di brani di canzoni, di testi di narrativa. Questo trend dà molto da pensare. Nella società delle immagini, ecco il ritorno del linguaggio verbale, il ritorno della parola. Non solo una, ma tante, tante, tante. Veri e propri testi portatili. Un testo verbale è sponsor di un pensiero complesso, profondo e articolato, quindi il trend non va sottovalutato da pedagogisti, genitori, psicologi.

Vorrei sentire il vostro parere. Io intanto avrei un suggerimento per le insegnanti di lettere: durante l’ora di grammatica si potrebbe evitare non solo l’uso della carta stampata, ma anche l’uso del tablet perché, a questo punto, gli esercizi di analisi logica e anche di analisi del periodo si possono fare direttamente sulla pelle di studenti e studentesse… Sarebbe una lezione indimenticabile!

Cristiana La Capria

Cristiana La Capria

Insegna appassionatamente lettere in una scuola secondaria di secondo grado. Si interessa di pedagogia delle differenze e studia il potenziale educativo di cinema e narrativa. Si occupa di formazione degli insegnanti. Scrive saggi e ultimamente testi di narrativa.

Potrebbero interessarti anche...

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *