LA DIFFERENZA INSEGNA

Maria Serena Sapegno (a cura di ) La differenza insegna. La didattica delle discipline in una prospettiva di genere, Carocci ed. 2014

Alle e ai docenti

Perchè  guardare con un’ottica di genere,  cambia la scuola

 

Perché l’educazione al genere è così ostacolata in Italia? Eppure la produzione teorica e le pratiche didattiche non sono mancate negli ultimi trenta anni; tanti sono stati i convegni, le pubblicazioni, i corsi di aggiornamento per le/i docenti. In Italia non si vuole far passare  l’idea che il sapere critico parta da una consapevolezza della differenza di genere e dei ruoli.  Se la scuola, quasi del tutto femminilizzata nella sua classe docente, non è stata in grado di declinare, se non da un punto di vista tutto maschile, la conoscenza, noi donne, femministe, convinte della forza dei principi  che renderebbero migliore la vita degli uomini e delle donne, non possiamo fare altro che perseverare e diffondere libri come questo. Maria Serena Sapegno  ha raccolto degli interventi potenti e dirompenti di studiose che, in discipline diverse, fanno saltare tutti gli stereotipi, i canoni, i dogmi di un pensiero che continua ad essere insegnato a scuola e che annulla ogni forma di dissenso o di dubbio nelle menti delle/dei giovani. Il linguaggio non sessista, sempre più osteggiato dalla politica, dai mezzi di comunicazione, dalla cultura, è lo strumento per una pedagogia di genere, unica sfida al cambiamento di quella mentalità che è alla base di forme di violenza come il femminicidio, la subordinazione e la discriminazione delle donne sul lavoro e in famiglia (C. Gamberi, Ripensare la relazione educativa in ottica di genere.); l’esigenza di coniugare pedagogia femminista e antirazzista agli studi coloniali è ben analizzato da Manuela Coppola e Sonia Sabelli; la “non neutralità” scientifica come avvio per  una scienza che non sia femminile, ma sia fatta di scarti, di spostamenti di ottica, di nuove formazioni di ipotesi (E. Gagliasso, Per quale genere di scienza). Non poteva mancare il prezioso punto di vista sulla grammatica, di una grande linguista come Cecilia Robustelli; grazie al suo lavoro ho spiegato  a studentesse e colleghe,   che la nostra grammatica è sessista, pensate al plurale  maschile inclusivo, “che noia ragazzi! ” Nella seconda parte del libro abbiamo di che godere con una rilettura di testi classici latini e greci e un  contributo al rinnovamento della didattica del greco;  un approfondito lavoro di interrogazione e reinterpretazione  della letteratura italiana, dello studio della filosofia e della storia nella scuola; e certo non vengono trascurate la geografia, le arti visive, la letteratura di lingua inglese. Se le insegnanti non sanno da dove cominciare, questo è un consigliatissimo manuale pronto all’uso.

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Stefania Zambardino

Docente di materie letterarie in un liceo romano, bibliotecaria, curatrice di una rubrica on line “Leggerete” di studi di genere, appassionata femminista umanista informatica, immersa nel mondo dei libri e degli ebook.

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