Racconti di Scuola

LA FAMIGLIA BELIER

di Eric Lartigau, Francia 2014, durata 106 minuti –

Io volo

A CHI: a studenti e studentesse dai 13 anni in su/a docenti di ogni età

PERCHE? Per ricordare il potere ancestrale del suono in ogni processo educativo fondamentale. Per ridimensionare la vista e dare spazio all’udito come canale di scambio nelle relazioni.

IL FILM: In una Francia campestre, inscritta in un oggi un po’ fermo, che potrebbe anche essere ieri o domani, fiorisce prospera la famiglia Belier, classicamente formata da mamma, papà, una figlia e un figlio. L’anomalia sta in lei, la figlia, che non è sordomuta come il resto dei familiari. E’ venuta fuori sana ,lei, dotata di un canale percettivo fondamentale come l’udito, ma ciò le rende la vita difficile perché in famiglia, come unica udente, è in minoranza. Inoltre è quella che presta le sue orecchie alla mamma e al papà per sbrigare tutte le faccende che chiedono la voce: dal ginecologo al commercialista la protagonista, una adolescente responsabile e matura, fa la mediatrice tra la sua famiglia e il mondo. Poi arriva la musica, le sue doti canore, l’erotismo scatenato dalla vicinanza con il bello e dannato della scuola e l’equilibrio familiare si spezza. Il potere avvolgente della voce, il suono cantato e udito accendono il desiderio di esprimersi, di uscire dal bozzolo, di sentire la voce dei sentimenti, la voce del suo dentro che le implora di andare e di volare. E così, gridando in una canzone le parole “Io volo” lei, in verità, fa volare noi. Il lavoro espressivo di questo film usa le immagini visive come spazio di innesto del suono e fa in modo che chi vede il film, in realtà ascolta le sue immagini, ne ode il ritmo attraverso le labbra dei personaggi, i rumori delle ruote sulla ghiaia, la musica che viene fuori dai tasti del pianoforte. Ecco finalmente un’opera che rimedia il vuoto, ormai quasi ventennale, lasciato dal suono delle relazioni. L’udito che veicola notizie sul mondo in forma di frequenze è la radice di questo film, è la radice delle relazioni educative che contano dove c’è chi parla, chi ascolta. Il suono è pervasivo, impellente, urgente; non si può fare a meno di ascoltarlo, di riceverlo e anche le spettatrici più composte, malgrado il tentativo di coprirsi gli occhi con le mani per non vedere le scene più commoventi, saranno assediate dai suoni, da quella bellezza di suoni, tristi, arrabbiati, forti che le spingeranno a una reazione. Da vedere, allora, per imparare il valore perduto della musica che fa bruciare di passione le relazioni umane e per non rimanerne più senza.

Cristiana La Capria

 

Per acquistarlo clicca sotto

Exit mobile version