APPRENDIMENTO COOPERATIVO IN CLASSE

di David W. Johnson, Roger T. Johnson, Edythe J. Holubec
Apprendimento cooperativo in classe. Migliorare il clima emotivo e il rendimento, Le guide Erickson 2015 p. 161

A chi? A docenti combattenti e non resistenti al cambiamento

Perchè mettere in discussione il proprio metodo di insegnamento,  rende più forti

Elasticità e capacità di cambiamento, questo viene richiesto a chi insegna, ma anche spirito critico e non mera obbedienza ai Tempora o Mores. Il metodo collaborativo nell’insegnamento e nell’apprendimento arriva dal mondo anglosassone, da un altro tipo di scuola, ma ha in sé elementi molto interessanti da valutare e, se possibile, accogliere nella nostra didattica, accusata di essere troppo gerarchica e autoritaria. In questo manuale, pratico, ricco di proposte operative e preciso nelle istruzioni, si illustrano i primi passi per una didattica che parta dalla collaborazione e dalla necessità di imparare innanzitutto a costruire gruppi di lavoro, non con velocità e fantasia, ma assegnando un compito e stabilendo con attenzione  ruoli, tipi di valutazione e tempi. I gruppi devono essere abbastanza piccoli ed eterogenei in modo che ad ogni membro sia data la possibilità di offrire il proprio contributo. L’assegnazione dei ruoli è centrale e richiede grande impegno da parte del docente che poi dovrà monitorare la coesione e l’impegno comune, utilizzando anche una rotazione dei ruoli. Il metodo Jigsaw è alternativo ad esempio alla lezione frontale: si fornisce materiale ai gruppi cooperativi, all’interno dei gruppi gli studenti suddividono il materiale e ciascuno ne riceve una parte; si formano coppie di studio, si chiede agli studenti di mettersi in coppia con un membro di un altro gruppo che abbia ricevuto la stessa parte di materiale, con l’obiettivo di esercitarsi insieme per poter insegnare la lezione ai compagni del proprio gruppo e via via finchè tutti padroneggino le parti degli altri. Segue un monitoraggio da parte del docente e un test individuale.  La valutazione e l’autovalutazione sono altri due momenti da studiare e che per noi, docenti italiani, sono fonte di ansia e non solo; arriviamo a fine anno con poche verifiche orali e scritte e con un senso di frustrazione per aver valutato in modo spesso approssimativo, non per incompetenza, ma per poco tempo a disposizione,  il lavoro dei nostri studenti e delle nostre studentesse. Il metodo collaborativo capovolge questa situazione, fornendoci molti più strumenti e occasioni per valutare abilità e conoscenze. Vengono valutate le abilità sociali quali ad esempio l’interdipendenza positiva, la qualità delle relazioni, i legami più stretti di amicizia; si potenzia l’autostima e la capacità di autovalutazione. Insomma, se siete curiose/i e soprattutto  volete ampliare l’orizzonte del vostro metodo didattico, vi invito a leggere questo libro.

“La cooperazione produce un maggiore impegno e migliora le relazioni interpersonali, il benessere psicologico molto di più di quanto non facciano i metodi competitivi o individualistici” ( Johnson e Johnson 1989).

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Stefania Zambardino

Docente di materie letterarie in un liceo romano, bibliotecaria, curatrice di una rubrica on line “Leggerete” di studi di genere, appassionata femminista umanista informatica, immersa nel mondo dei libri e degli ebook.

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