LONTANO DA QUI

-di Sara Colangelo, USA 2018, durata 1,37 minuti-

Il pericolo del rispecchiamento

 

A CHI? A chi educa e insegna.

PERCHE’? Per contemplare un’opera che ritrae con limpidezza la tendenza degli adulti a proiettare i propri fantasmi sui giovani, con effetti conturbanti.

IL FILM:

Si avvia sotto forma di documentario sulla vita quotidiana di una maestra di asilo e, strada facendo, si riscalda dei toni del surrealismo fino a condurre lentamente verso un amaro scioglimento. Seguiamo Lisa, la maestra che mette impegno e dedizione sul posto di lavoro con i bimbi e le bimbe a cui insegna, mentre è fiacca e svuotata nel contesto familiare. Il corso di poesia è la sua linfa vitale, vorrebbe esprimere la vena artistica nei versi, vorrebbe emergere e trovare un senso attraverso le parole. Ma non le riesce facile. Invece questo riesce benissimo a Jimmy, un suo allievo di meno di sei anni che, quando ha l’ispirazione, accelera il passo e pronuncia brevi composizioni poetiche, passeggiando avanti e indietro nella stanza. Lisa se ne accorge, per lei l’evento è un’epifania dell’arte: l’ispirazione del piccolo poeta va protetta, curata, promossa. Appena Jimmy sente di avere qualche verso da pronunciare, la maestra trascrive, su qualunque superficie di carta a disposizione, le parole di lui. Ne ha bisogno di quei piccoli capolavori, se ne nutre e li propone al corso di poesia, facendole passare come sue proprie composizioni, raccogliendo l’ammirazione dei colleghi e soprattutto del docente.  Poi però farà un passo indietro. E’ Jimmy che deve essere riconosciuto per il suo valore, Lisa ne diventa la paladina e così trova un posto nel mondo, proprio lì, accanto a Jimmy. Per salvare sé stessa dalla paura di essere un’ombra agli occhi del marito e dei figli, la donna si alimenta della linfa vitale del piccolo poeta. La sua intenzione è quella di fare valere le doti artistiche del genietto e farle brillare dentro a un mondo troppo distratto e insensibile. La famiglia di Jimmy è indifferente alla notizia di avere un artista tra i suoi componenti. Quindi la maestra scavalca le regole e fa salire il piccolo sul palco a recitare le sue poesie. Il binomio maestra alunno diventa un legame di nutrimento reciproco, ma soprattutto un luogo di rispecchiamento di lei che vede in lui la possibilità di riscatto che le è mancata.

La costruzione della storia conduce dolcemente la spettatrice e lo spettatore verso il territorio pericoloso delle relazioni con i minori, dove è assai facile cadere nella trappola della manipolazione dell’altro. Infatti il comportamento della donna subisce, nel corso del tempo, lievi modifiche che portano a una allarmante discesa verso effetti tipo ossessivo. Il meccanismo di rispecchiamento della maestra allarga la sua lente fino a comprendere interamente la vita di Jimmy, i due sono perfettamente complementari: lui ha delle parole da dire e trova in lei l’unica adulta che lo ascolta. Eppure sarà proprio il minore a spezzare l’incantesimo di quel legame.

Che faceva male, è vero, ma alla fine, senza quel legame, il bambino si ritrova con una voce che nessuno più ascolta. Da vedere assolutamente per sostare nel complicato e ambivalente tragitto dell’educazione che dà e toglie, che ferisce e lenisce e va a catturare le nostre più mascherate fragilità. Resta intatta la domanda che spinge lungo il film: dove sta il bene?

Cristiana La Capria

 

Cristiana La Capria

Insegna appassionatamente lettere in una scuola secondaria di secondo grado. Si interessa di pedagogia delle differenze e studia il potenziale educativo di cinema e narrativa. Si occupa di formazione degli insegnanti. Scrive saggi e ultimamente testi di narrativa.

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