A Teatro tutto può diventare tutto …

– da Valeria Cavalli –

Carissima Professoressa La Capria,

la ringrazio davvero per averci inviato le recensioni dei suoi studenti sullo spettacolo “Kome un kiodo nella testa. Uno spettacolo sulle dipendenze”; è molto interessante per noi avere un riscontro da parte loro visto che lo spettacolo è dedicato ai giovani. Le recensioni di qualunque critico, anche non patentato,  vanno sempre lette e ascoltate con attenzione perché sono sempre uno stimolo e un’ ulteriore spinta al miglioramento di qualunque proposta artistica.

Noto che molti di loro hanno fatto appunti sulla scenografia e capisco che per i ragazzi, abituati al realismo televisivo in cui un salotto è un salotto con tavolo e divani, è faticoso comprendere il linguaggio più astratto del Teatro dove regna l’evocazione e non il didascalico. E questo è anche il bello del Teatro: in quello spazio sospeso nel buio tutto può diventare tutto ed è la nostra immaginazione, la nostra capacità di viaggiare oltre le immagini proposte e immergersi nella storia a guidarci.

Il Teatro ha i suoi codici, una sua grammatica e, come si fa per una lingua straniera, per imparare a decifrarlo bisogna conoscerlo e quindi frequentarlo. Ormai noi viviamo in realtà virtuali ma estremamente connesse con il concreto, il quotidiano mentre invece il Teatro pur raccontando la vita, usa liberamente un immaginario che purtroppo viene poco stimolato o addirittura messo a tacere. Il Teatro è senza filtri che proteggono, non c’è uno schermo che rende tutto inodore e insapore: dà giustamente fastidio il fumo, essere spettatori di un litigio violento, di un’ubriacatura, persino le stesse parolacce che fanno parte del  gergo quotidiano possono irritare perché sono “vive”.

Il Teatro è un perfetto specchio nel quale a volte ci riconosciamo e non vorremmo.

Il Teatro però è anche un luogo magnifico in cui, anche senza barca, senza remi e senza mare, puoi navigare.

Un caro saluto a lei e ai suoi ragazzi

Valeria Cavalli

Cristiana La Capria

Insegna appassionatamente lettere in una scuola secondaria di secondo grado. Si interessa di pedagogia delle differenze e studia il potenziale educativo di cinema e narrativa. Si occupa di formazione degli insegnanti. Scrive saggi e ultimamente testi di narrativa.

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