NON ODIARE

– di Mauro Mancini, Italia 2020, durata 1h 36 m-

A CHI Agli adolescenti dai 14 anni in su che vogliono farsi un giro sulla navicella dell’odio storico.

PERCHE’ Per toccare la fragile ragnatela di un dilemma che tocca le corde morali e le fa vibrare

LA STORIA Un boato, un’auto uscita fuori strada, un uomo in fin di vita. Chi interviene sul posto fa il chirurgo, chiama l’ambulanza e potrebbe soccorrere prontamente la vittima dell’incidente. Ma, quando sbottona la camicia del ferito, scopre una svastica tatuata sul petto. Allora si ferma e va via. Il chirurgo si chiama Segre, è ebreo e non ce l’ha fatta a salvare la vita di un uomo attivo nei gruppi di assalto che inneggiano al “white power” e fanno fuori tutti  i non ariani, a partire dagli ebrei. Ma il senso di colpa vince. Segre si mette a spiare la famiglia dell’uomo che non ha voluto salvare. Vuole aiutare la figlia, in cerca di lavoro, la assume come domestica. A quel punto una trama imprevista mette i lacci alla vita di persone che mai avrebbero voluto incontrarsi e le costringe a fare i conti con se stesse.

LO STILE La macchina da presa sta addosso al protagonista che regge la nudità dello spazio e risucchia lo sguardo spettatoriale verso i propri tormenti viscerali. Le contrazioni degli occhi e le tensioni dei muscoli fanno cadere il velo e rendono trasparente il dilemma indicibile che chiede: sei capace di non odiare chi ti odia? Ai dialoghi essenziali si sommano i primissimi piani di silenzi pieni di domande, poche risposte. Un paesaggio della tortura a cui ci costringe il pregiudizio che porta mazzate e sangue. Ma un’altra via è possibile e la storia, scarna di aggettivi, la lascia sbocciare con garbo.

I TEMI Si rifrangono come onde gli effetti dell’odio, i suoi impulsi perversi che sgorgano dal razzismo e riducono il mondo a semplici categorie di opposti: i forti e i deboli, i ricchi e i poveri, i bianchi e i neri. Un paradosso è ordinare di non provare un’emozione come l’odio. Ma l’odio si impara e si può disimparare: guardare da altri punti chi si odia insegna a infiacchire fino a ridurre in briciole un sentimento così distruttivo.

DA VEDERE Per entrare nella scena e capire, attraverso la pancia ancora prima che tramite gli occhi, le convulsioni di un dilemma morale attuale, presente, vivo.

 

Cristiana La Capria

Cristiana La Capria

Insegna appassionatamente lettere in una scuola secondaria di secondo grado. Si interessa di pedagogia delle differenze e studia il potenziale educativo di cinema e narrativa. Si occupa di formazione degli insegnanti. Scrive saggi e ultimamente testi di narrativa.

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