SE A SCUOLA MANGIANO MALE…

di Cristiana La Capria –

Studentesse e studenti mangiano male. Più sono grandi e peggio mangiano. A scuola, luogo dove trascorrono buona parte del loro tempo, li vedi ingerire e deglutire ad ogni ora. Come se lo stomaco fosse preposto ad un lavoro perpetuo di assorbimento di alimenti e liquidi di ogni sorta. Come se fossero dei ruminanti, dei bovini distesi sull’erba. La situazione è preoccupante. Dicono che sia colpa dei distributori automatici, che dentro a quelle scatole infernali si accumuli il concentrato del junk food, del cibo spazzatura fatto di cioccolata, merendine, biscottini, patatine, bibite supergasate; basta una moneta e la macchina sputa fuori il prodotto che vuoi. Ma non è solo questione di distributori e di qualità di cibo; io ci sono stata in scuole con distributori ecologici che emettevano solo frutta, succhi di frutta e macedonie ma, a mangiare la mela invece dei salatini al formaggio, erano SOLO quelle che di solito fanno merenda con la frutta: i distributori con alimenti sani non cambiano abitudini alimentari insane. Anche perché il cibo non è solo una questione igienico-sanitaria; è soprattutto una questione culturale e sociale. Mangiare è associato alle relazioni, al piacere e non solo al bisogno. Eppure mangiare con calma, a tavola, insieme ai familiari o anche agli amici e amiche è ormai una specie di utopia. I genitori fanno i salti mortali per portare lo stipendio a casa, ci sono i turni di lavoro e anche i doppi turni; figuriamoci se si ha il tempo di cucinare. Chi lo ha? Si mangia in fretta e si mangiano cibi preconfezionati. Educare a mangiare meglio quando il cibo non è associato a momenti di socializzazione in famiglia o con chi si vuole bene, non è facile. Ho voglia a dire alla mia alunna che la coca cola alla seconda ora di lezione le corrode le pareti dello stomaco; lei magari, per accontentare me, il giorno dopo torna in classe con il succo alla pesca ma a casa sua, dice, ognuno beve ciò che gli pare. E dicono che la scuola sia responsabile di rinforzare cattive abitudini alimentari. E noi? Noi insegnanti, oltre a insegnare le discipline,oltre a insegnare a salutare il prossimo, dovremmo insegnare anche a mangiare correttamente. Voi come la vedete? Io male.

Cristiana La Capria

Insegna appassionatamente lettere in una scuola secondaria di secondo grado. Si interessa di pedagogia delle differenze e studia il potenziale educativo di cinema e narrativa. Si occupa di formazione degli insegnanti. Scrive saggi e ultimamente testi di narrativa.

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